Niente più scuse: il pavimento in legno è il momento di farlo fuori. Ma proprio in senso letterale. È infatti il verde del vostro giardino a chiedervelo: per ricreare atmosfere serene e ambienti rigeneranti, al bando coperture con fondazioni statiche e pesanti o peggio ancora superfici troppo hi-tech. L’unica soluzione leggera, flessibile e “full natural” si chiama decking. E in tutto questo non lo batte davvero nessuno, nemmeno quando gioca fuori casa.
Vi abbiamo parlato degli innumerevoli vantaggi del parquet da esterno. Vi abbiamo anche raccontato che è facile ed economico farlo durare a lungo come nuovo. Adesso proviamo a darvi qualche dritta per scegliere il tipo di legno che fa per voi.
Legno outdoor, fatevi qualche domanda
La prima cosa da fare è proprio questa: cominciare a capire che cosa ci aspettiamo dal nostro parquet outdoor. In particolare, sono quattro le domande preliminari che dovete farvi.
1) L’aspetto esteriore: preferite viti a vista o le clip invisibili? Siete per i colori più tenui o amate le gradazioni decise?
2) La capacità di carico: vi interessa un effetto puramente estetico o la pavimentazione dovrà sopportare anche carichi gravosi?
3) Gli spazi: dovete ricoprire superfici ampie o aree più ridotte?
4) La stagionalità: la posa sarà definitiva o puntate a qualcosa che si possa togliere per l’inverno?
Partite da queste considerazioni, che vi aiuteranno a schiarirvi le idee e saranno d’importanza fondamentale nella fase successiva, la selezione del legno adatto. Perché le differenti combinazioni di questi fattori possono fare eccome la differenza. Fatto ciò, affidatevi ai consigli di un professionista: sarà lui a guidarvi nella migliore scelta.
Intanto però vi diamo una panoramica degli aspetti di cui dovrete tenere conto, per non farvi cogliere impreparati.
C’è legno e legno. I nostri 5 “invincibili”
La parola chiave è naturalmente una sola: durabilità. E cioè, nella scelta della specie di legno più adatta al vostro ambiente esterno, la capacità naturale di resistenza agli agenti esterni (atmosferici e biologici) è il primo fattore da tenere in considerazione. Poi c’è la stabilità dimensionale, ovvero quanto il materiale tiene di fronte alle sollecitazioni meccaniche, senza subire deformazioni o spostamenti. Qui se la cavano bene i legni esotici e tropicali, che tutta questa tempra ce l’hanno un po’ nel DNA. Ma anche alcune specie nostrane fanno la loro figura. Quelli che vi proponiamo sono i “best five” secondo Corà Parquet.
Gli esotici
Partiamo da quattro legni esotici, resistenti per natura. La loro e quella degli ambienti in cui si sono diffusi.
1 – IPÈ (Brasile-Paraguay-Sud America)
Si presenta con una colorazione che varia dal marrone al verde oliva. È la specie legnosa più utilizzata nel mondo del decking e si presta ad ambienti da piccole a grandi dimensioni, sog-getti anche ad alta frequenza di calpestio e per svariate destinazioni d’uso.
2 – TEAK INDONESIANO (Indonesia)
Ha un colore che varia dal giallo chiaro al bronzo. Contiene una resina oleosa naturale che lo rende estremamente resistente e idrorepellente, conferendogli un aspetto e un profumo unici. Questa varietà può essere utilizzata per realizzare pavimentazioni soggette a medio/basso calpestio e per ambienti prevalentemente di prestigio e residenziali.
3 – BANGKIRAI (Malesia e Indonesia)
Le sue caratteristiche di durezza elevata lo rendono idoneo ad essere utilizzato come pavi-mentazione per esterni, ponti, moli. Si presenta con tessitura fine e fibra intrecciata, molteplici venature e diverse gradazioni cromatiche.
4 – CUMARÚ FSC* (Sud America)
È una delle varietà di legno esotico più apprezzate. Il colore va dal giallo-marrone al marrone-rossiccio, attraversato da venature più scure. Presenta ottime caratteristiche per qualsiasi utilizzo. In esterno viene scelto, oltre che per le pavimentazioni, anche per strutture, pontili e costruzioni navali, traversine ferroviarie, falegnameria fine. Questo perché ha altre due importanti caratteristiche alquanto simpatiche. In primis è molto resistente agli attacchi degli insetti che si nutrono di legno. E poi sa tenere testa pure al fuoco, con un coefficiente di propagazione delle fiamme di classe A, cioè lo stesso di cemento o acciaio.
Il termotrattato
Negli ultimi anni poi si sono inserite nel mercato anche alcune specie con durabilità naturale inferiore, ma facilmente aumentabile con interventi come il termotrattamento. Il processo prevede un ciclo di essiccazione controllata che modifica le proprietà fisiche e meccaniche base e porta la durabilità a livello comparabile con quello dei legni più resistenti. La nostra scelta in questo caso è una sola.
5 – FRASSINO TERMOTRATTATO FSC* (Europa settentrionale)
È un legno che per gli usi esterni viene fatto essiccare completamente, e poi subisce un ulteriore trattamento ad alta temperatura, che gli conferisce una colorazione marrone più intensa e un’ottima stabilità dimensionale. Può essere utilizzato per pavimentazioni a bassa frequenza di calpestio e per una destinazione d’uso in situazioni private e residenziali.
*Il marchio FSC indica che proviene da boschi e foreste coltivati con una gestione forestale sostenibile. A tutela della biodiversità di animali, piante e la conservazione degli habitat naturali. Per chi desidera fare un investimento rispettoso dell’ambiente.
Il Teak modulare, stagionale e “fai da te”
Se poi volete coprire ampie superfici in poco tempo, e magari puntate a qualcosa di non necessariamente definitivo, con Corà Parquet la risposta è già ai vostri piedi. E si chiama Teak modulare. Una soluzione che unisce i pregi del Teak indonesiano – aspetto estetico, resistenza naturale e idrorepellenza – alla praticità di un’installazione a moduli. Qui il classico listone lascia il posto a strutture preassemblate a incastro, posabili su un sottofondo che si adatta sia alle basi di cemento che alla semplice terra battuta. E la posa è talmente facile e intuitiva, che ve la potete fare velocemente anche da voi.
Grazie agli oli naturali che contiene questo tipo di legno, il decking in Teak modulare resiste bene al sole come sotto le piogge improvvise tipiche delle stagioni più calde. E se preferite preservarlo ancora più a lungo, in pochi attimi può essere smontato per andare in letargo in autunno. Pronto a tornare, ancora in splendida forma, alla prossima primavera.
Un look sempre giovane
Chiudiamo con qualche ultima considerazione che è bene tenere sempre a mente. Qualsiasi tipo di legno esposto a luce solare e intemperie prima o dopo tende a subire una variazione di colore tendente al grigio. Ed è assolutamente naturale, anzi secondo qualcuno dona al decking quel “che” di vissuto che affascina. Se però non la pensate così, niente paura: avete la soluzione tra le mani. E sta nei piccoli gesti con cui, in modo facile e veloce, potete tenere pulita e protetta la vostra superficie in legno da esterno.
Sempre e solo con i migliori prodotti naturalmente. E con i preziosi consigli di Corà Parquet.
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