Umidità in casa e parquet. Un binomio che potrebbe preoccupare, soprattutto durante i mesi invernali, dato che la condensa è proprio uno degli elementi capaci alla lunga di danneggiare le superfici in legno.
In realtà con qualche semplice accorgimento il loro rapporto non è affatto così complicato, anzi. Va detto però che quello dell’aria troppo umida (così come quella troppo secca) in casa è un problema a prescindere dal tipo di pavimento.
Il fatto che la scelta ricada sul parquet, un elemento vivo e che “respira” con noi, deve solo spingere a prestare più attenzione alla sua e alla nostra salute.
Parquet e equilibrio igroscopico
Il tasso di umidità in casa dipende da moltissimi fattori. Il periodo dell’anno, naturalmente. Ma anche le condizioni meteorologiche, se vogliamo iniziare a considerare gli aspetti esterni. Poi ci sono gli elementi legati direttamente al tipo di ambiente in cui ci troviamo. Come il sistema di riscaldamento e raffreddamento, o il livello di areazione degli spazi.
Nel microclima che si genera dalla combinazione di questi elementi, il legno svolge anche una parte attiva. Questo perché per sua natura è in grado di assorbire umidità in determinate condizioni, ed eventualmente rilasciarla quando queste si capovolgono. Questo fenomeno prende il nome di equilibrio igroscopico.
E quindi sì, possiamo proprio dire che il parquet può aiutarci a respirare un po’ meglio, intervenendo nello stabilizzare almeno in parte l’equilibrio tra i diversi parametri ambientali in gioco.
Parquet e umidità ideale
Il problema potrebbe sorgere nei casi “estremi”. Ossia quando il tasso di umidità supera determinati valori verso l’alto… o verso il basso. Un legno in ambiente troppo umido alla lunga potrebbe gonfiarsi, un legno troppo secco creparsi.
C’è da precisare che il parquet, soprattutto se di alta qualità e di ultima generazione, è lavorato con particolari finiture e trattamenti che naturalmente possono neutralizzare questi effetti. Al contrario magari di altri elementi d’arredo come infissi, porte o mobili in generale, più soggetti all’azione corrosiva della condensa. La stessa posa inoltre è studiata per permettere al materiale di dilatarsi o restringersi impercettibilmente, senza danni.
Questo però conta fino a un certo punto, soprattutto se pensiamo alla nostra salute, prima che a quella del nostro pavimento.
L’umidità ideale in casa per il parquet è infatti la stessa che fa bene anche a noi. Sia d’estate che d’inverno dovrebbe essere compresa tra il 45 e il 60%, con una temperatura che oscilla tra i 15 e i 25 gradi.
Maggiore benessere indoor
L’umidità giusta in casa quindi fa bene al nostro legno. E fa bene a noi, migliorando la qualità dell’aria che respiriamo. Questo perché, oltre a essere alle giuste condizioni per il nostro organismo, è in grado di contrastare la formazione di muffe, dannose per le pareti ma anche tra le maggiori responsabili dell’inquinamento “indoor” che causa allergie o altre forme di patologie croniche per l’essere umano.
Ma come capire se la nostra aria è sana? E come intervenire per portarla alle giuste condizioni?
La parola chiave è prevenzione, che fa rima con aerazione. Il modo più efficace per migliorare l’umidità e quindi la qualità dei nostri ambienti interni è garantire un regolare ricambio d’aria. Sono sufficienti 5-10 minuti di finestre aperte tutti i giorni, meglio ancora se due volte al giorno e negli orari centrali della giornata, per portare l’igrometro (lo strumento che misura l’umidità relativa) sui livelli che abbiamo indicato.
Umidità in ambienti riqualificati
Fenomeni come muffe e condensa, conseguenze di una scarsa aerazione, sono frequenti in case di ultima generazione o in ambienti riqualificati per la maggiore efficienza energetica. Questo accade spesso perché gli infissi e i dispositivi che contrastano la dispersione di temperatura riducono lo scambio di area tra ambiente esterno e interno. E quindi sì, tengono più caldo d’inverno ma mantengono l’aria più viziata.
Il cappotto un po’ aiuta a contrastare la muffa, perché evita gli sbalzi di temperatura tra superficie esterna e interna che potrebbero favorire la posa della condensa. Ma questo non basta a rendere l’aria meno pesante.
Un accorgimento potrebbe allora riguardare gli impianti. Il riscaldamento a pavimento, per esempio, è un sistema ottimale per rendere l’aria al giusto livello di umidità e temperatura, e in modo molto più uniforme. E poi va d’accordissimo con il parquet, come abbiamo visto in questo articolo.
Occhio poi al sistema di condizionamento estivo, che raffredda l’aria a gas spesso senza controllo sul tasso di umidità degli ambienti. Molto meglio privilegiarlo in funzione dry.
Parquet anche per il bagno
E negli ambienti umidi ed “estremi” per eccellenza, come il bagno? Sì, anche qui un buon pavimento in legno può resistere senza problemi. In questo caso la scelta giusta è il prefinito, verniciato o oliato, a due o tre strati. Più forte di vapore, condensa, calcare e detergenti.
Fatti consigliare
Insomma lo avete capito. Un parquet in una casa umida sa perfettamente come stare al suo posto. Naturalmente con qualche attenzione in più, ma rivolta in particolare al nostro benessere, prima che al suo.
Il nostro ultimo consiglio è fatevi consigliare. Insieme a un professionista potrete capire come liberarvi dall’umidità vivendo al meglio la magia del vostro pavimento in legno, in qualsiasi stanza. E scegliere il prodotto con le caratteristiche giuste per sentire aria di casa… senza davvero più pensieri.