Utilizzare il legno per rivestire le facciate esterne degli edifici rappresenta una soluzione che unisce estetica, efficienza energetica e sostenibilità.
Su questo argomento, Paolo Rettondini – perito e consulente tecnico del legno, esperto di pavimenti in legno – ha scritto un interessante approfondimento di cui vi presentiamo una sintesi. Chi desidera leggere l’articolo completo, lo può trovare qui sul portale di Ingenio.
Un materiale che funge da medium tra il costruito e il paesaggio
È dimostrato che l’uso di materiali naturali in architettura, così come la presenza della natura all’interno di uno spazio confinato, migliora la qualità della vita ed il benessere psico-fisico delle persone.
Rivestire una facciata in legno significa creare una transizione visiva equilibrata tra il costruito e il verde circostante. Grazie alla sua bellezza, alle sue naturali doti di coibentazione termica e acustica, nonché alla durevolezza che può raggiungere con particolari trattamenti, il legno risulta essere un ottimo materiale per rivestire una facciata.
Tenere l’acqua lontana dal rivestimento è la principale sfida progettuale
Per ottenere un efficace uso del legno all’esterno, è fondamentale progettare in modo da tenere il più possibile lontana l’acqua dal rivestimento. A tal fine, è necessario un attento studio di soluzioni progettuali in grado di convogliare l’acqua rapidamente verso l’esterno, eliminando eventuali punti di accumulo.
Elementi aggettanti (coperture, tettoie, ecc.), altezza del basamento, pendenze, sistemi di ancoraggio sottosquadro, gocciolatoi e fughe sono elementi che vanno opportunamente considerati al fine di assicurare una maggiore durata alla facciata esposta alle precipitazioni.
Quale legno utilizzare per il rivestimento delle facciate?
La quercia, il castagno e il cedro sono i legni naturali maggiormente utilizzati nei rivestimenti di facciate in esterno.
Trovano largo impiego, inoltre, il Pino Termotrattato, il Kebony e l’Accoya, tipologie di legno che differiscono dai legni naturali, perché soggetti a trattamenti speciali (termici o chimici).
I trattamenti riducono e/o ritardano l’umidità dovuta ad eventuali infiltrazioni; garantiscono stabilità dimensionale e maggiore resistenza contro la formazione funghi. Sotto l’azione dei raggi UV e degli agenti atmosferici, tuttavia, anche un legno modificato può subire delle variazioni; ad esempio, ingrigisce analogamente o persino più rapidamente del legno naturale.
Quale manutenzione occorre fare alle facciate in legno
La frequenza di manutenzione di una facciata in legno dipende dallo spessore del rivestimento: in caso di alto spessore della pellicola secca, l’intervallo di manutenzione è più lungo, ma l’intervento più oneroso. Se il rivestimento è più sottile, la manutenzione deve avvenire con maggiore frequenza, ma risulta più semplice ed economica.
In linea generale, i rivestimenti pretrattati hanno dimostrato risultati migliori e intervalli più lunghi tra una manutenzione e l’altra rispetto ai rivestimenti protettivi applicati a mano successivamente.
Uso del legno come rivestimento di pareti ventilate
La norma UNI 11018, unico riferimento normativo in materia, definisce la facciata ventilata come “un tipo di facciata a schermo avanzato in cui l’intercapedine tra il rivestimento e la parete è progettata in modo tale che l’aria in essa presente possa fluire per effetto camino in modo naturale e/o in modo artificialmente controllato, a seconda delle necessità stagionali e/o giornaliere, al fine di migliorarne le prestazioni termo-energetiche complessive”.
Anche se in Italia trovano maggior impiego facciate ventilate con rivestimento ceramico e pietra naturale, sono molte le aziende che propongono al mercato soluzioni complete e certificate in legno.
Indubbiamente i materiali scelti per la finitura esterna di un edificio hanno una funzione pratica e protettiva dell’immobile. Per questo, qualsiasi materiale si scelga, è importante che soddisfi i requisiti di durata nel tempo, resistenza agli agenti atmosferici e ai raggi UV.
Inoltre, è preferibile optare per materiali adeguati alla località e al clima in cui si trova l’edificio. Insieme alla resa estetica e alle necessità costruttive, infatti, è proprio questo un fattore che incide sulla giusta scelta del rivestimento: non tutti i materiali hanno la stessa resistenza agli sbalzi termici, alla salsedine, all’umidità o al calore.
Schermature solari in legno per le facciate
Per evitare il surriscaldamento estivo degli edifici, un grande contributo è offerto dalle schermature solari che permettono di regolare l’irraggiamento solare e, insieme, migliorare il comfort termico dell’edificio.
I pannelli frangisole, o brise soleil, sono sistemi di ombreggiamento con struttura a lamelle che limitano l’esposizione diretta dell’edificio ai raggi solari senza compromettere il passaggio della luce.
Il legno è tra i materiali maggiormente utilizzati per realizzare questi particolari elementi di schermatura: le lamelle possono essere fisse oppure mobili, a movimentazione manuale oppure automatica, ma sempre opportunamente direzionate e inclinate per difendere efficacemente l’edificio dall’eccessiva esposizione ai raggi solari.
In conclusione, il legno dimostra tutta la sua versatilità in architettura e, in particolare, nel rivestimento di facciate. Già ora si assiste a eccellenti applicazioni delle superfici in legno carbonizzato e all’utilizzo di tecnologie come la silicizzazione e la pietrificazione del legno. Si può, quindi, immaginare che nei prossimi anni assisteremo allo sviluppo di nuovi prodotti in grado di ottimizzare ulteriormente le proprietà tecniche, estetiche e sostenibili del legno.
Chi desidera leggere l’articolo completo, lo può trovare qui.